mercoledì 17 gennaio 2007

Un uomo: Greg Dulli

"Suono davanti a un pubblico da quando avevo 13 anni - racconta Dulli - e non mi sono mai preoccupato di dove fossi, di quale tipo di audience avessi davanti, ma solo del concerto in sè. Amo suonare in altri Paesi, Italia inclusa, ma sarei eccitato anche se suonassi al polo nord per un pubblico di orsi bianchi. Puoi chiederlo a qualsiasi musicista: quando il pubblico e il gruppo diventano un'unica cosa è come fare la miglior scopata della tua vita!".
Greg Dulli: il rock è sesso senza confini


Parlarvi di Greg Dulli, della sua musica e della sua sigaretta è come raccontarvi di un noir di un genere, di una sensazione, di un colore... della mancanza di qualsiasi consolazione liberatoria per la cattura di un 'colpevole' o della scoperta di un 'perchè' ad una responsabilità non sociale... Ma se, come dice qualcuno, "il noir non è un genere" quanto piuttosto "un tono generale, una serie di motivi, un insieme di sottogeneri", allora anche Greg Dulli lo è e con lui la sua sigaretta.

Così la sua musica, passi essa per gli Afghan Whigs o i The Twilight Singers, in questo suo crogiuolo di soul country e hard boiled rock, è nè più nè meno un insieme di stati d'animo che ben si accompagnano alle notti solitarie nella propria tana o alle letture isolate di un tram che viaggia... poco importa, accompagnati da un po' di compagnia e il fumo di una sigaretta, tutto il mondo si intona in una dimensione noir.

E se questa breve lettura vi ha messo un po' di curiosità, dire che da Black Love incominciare dovreste...

venerdì 12 gennaio 2007

Antipodi...

Ora questo post potrebbe dimostrare come di solito compongo i miei pensieri in testi da lascir poi qui a librarsi per internet come farfalle digitali...

Di solito emerge dal mare ribollente della mia mente arzigogolata una parola, un concetto, una piccola immagine effimera o anche solo un indizio etereo... lo colgo, lo rigiro un po' tra le mani del mio pensiero cosciente, che ancora non ho capito se è tale quando son desto o quando viaggio per lande oniriche... lo metto un attimo da parte, lasciandolo decantare lì un cantuccio tra le mie sinapsi, finchè diventa un poco più cristallino... e infine un catartico braistorming tra me, me stesso ed io per dar vita a parole digitali, accompagnate da una qualche immagine e ancora una piccola citazione... un crogiolo di libere associazioni, insomma.

Tutto chiaro no? E' più semplice di quello che sembra in verità... e anche questo post è nato così in fondo, solo che le premesse del titolo e dell'immagine non hanno portato a nulla di connesso... oppure sì?

Mi par giusto allora terminare con una citazione a questo punto, tra un augurio di buon weekend e l'altro...

There's no way
I'm coming back to you
I've just got to say
That everything we did is through
You tried to undermine
The better ranges of my nature
But soon you're going to find
You should have started talking straighter
Now don't you worry
I won't put you down
I'm in no hurry, baby
To see you go to ground
Because it's true what they say
You know it's true what they say
You're only king for a day
I guess you're happy that way
Jamiroquai

martedì 9 gennaio 2007

Disarmante...

e ancora sorprendente... quando mi si rivolge alcuno con "Tu sei ..." Delle due o sono più banale di quanto credo con atto di presunzione o sono gli altri (tra cui anche me talvolta) troppo pronti a richiudere tutto e tutti in comode scatole con tanto di etichetta... la necessità di dar confine e limite ad ogni cosa, tentare di sperare di farlo con la mente umana. Ah!

Io adoro il polimorfismo e il continuo cambiamento, ma forse resto scontato per tutti, anche se rimango spesso sorpreso da me stesso... mistero.

Ciò che di me sapeste
non fu che la scialbatura,
la tonaca che riveste
la nostra umana ventura.

[...]

Se un'ombra scorgete, non è
un'ombra - ma quella io sono.
Potessi spiccarla da me,
offrirvela in dono.
Eugenio Montale

lunedì 8 gennaio 2007

Andare in edicola..

e riscoprire per caso, o fato, l'Iliade di Omero...

Quasi come sospinto da uno dei tanti dei immortali che imperversano, e che forse non del tutto sono morti, sulle sponde di fronte a Troia dalle ricche porte, mi son ritrovato, dunque, ancora una volta questo libro che ha attraversato i secoli tra le mani... dopo il contrastato incontro degli anni liceali che furono...

Finalmente rileggerlo, senza vincoli od obblighi come allora, spensierato e più ricco di vita vissuta nel tempo trascorso... dimenticando la pessima realizzazione di questo supposto film... mi sta dando un piacere che avevo dimenticato, dal destino che l'attendeva di far solo bella mostra di sè nella libreria.

Non voglio entrar nel merito della critica letteraria, che altri ben migliori di me vi hanno già provveduto nel tempo, ma mi piacerebbe poter trasmettere a parole l'umanità, l'intensità e la vitalità con cui uomini e dei vivono questa tremenda guerra che vela con passioni, rancori, furori e amori, la verità di un conflitto fatto di potere ed interessi economici, come ancora capita oggi per conflitti come l'Iraq.

Eppure vi risparmio tale tedio, con un semplice invito... riscoprite quest'opera nuovamente, lontanti dai tempi della scuola, perchè pulsa di vita come poche opere sanno fare, sono passati millenni, eppure non fatica per nulla ad adattarsi al mondo che ci circonda, sarà un caso o solo l'uomo che infine resta sempre uguale a sè stesso?

[...]Achille in un subito pianto,
e da' suoi scompagnato in su la riva
del grigio mar s'assise, e il mar guardando
le man stese, e dolente alla diletta
madre pregando, Oh madre! è questo, disse,
questo è l'onor che darmi il gran Tonante
a conforto dovea del viver breve
a cui mi partoristi? Ecco, ei mi lascia
spregiato in tutto: il re superbo Atride
Agamennón mi disonora; il meglio
de' miei premi rapisce, e sel possiede.
Sì piangendo dicea. La veneranda
genitrice l'udì, che ne' profondi
gorghi del mare si sedea dappresso
al vecchio padre; udillo, e tosto emerse,
come nebbia, dall'onda: accanto al figlio,
che lagrime spargea, dolce s'assise,
e colla mano accarezzollo [...]

giovedì 4 gennaio 2007

Passata la festa, gabbato lo santo...

e così è, se vi pare... (mi perdoni Pirandello per prendere spesso a prestito queste sue parole)

Eccoci di nuovo con un anno (convenzionale) nuovo di zecca e pregno di tutti quei buoni propositi che ci siamo ripromessi pochi giorni/ore fa... da qui il santo gabbato come sempre. Ma non è poi così male tutto ciò: è quello che più ci rende umani e distanti dal divino, non per nulla perseverare è diabolico... forse perchè in fondo siamo più vicini alla dimora del diavolo, al centro della terra, che a quella del signore, nell'alto dei cieli... se ci avesse tenuto un po' più prossimi, poteva darsi che le cose sarebbero state un po' migliori o meno peggio che dir si voglia per quelli del bicchiere mezzo pieno. E dunque...

Siamo al 4 Gennaio di già e tutto ha ripreso coi soliti ritmi e rituali, piccole costanti che rendono la vita più semplice e tranquilla, che tutti anelano ai cambiamenti, ma alla fine godono dell'essere comfortevolmente idioti...

When I was a child
I caught a flecting glimpse
Out of the corner of my eye
I turned to look but it was gone
I cannot put my finger on it now
The child is grown
The dream is gone
And I have become
Comfortably numb
Pink Floyd